:: TENS
La TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) si basa sull’applicazione, per mezzo di elettrodi, di correnti appropriate i cui microimpulsi eccitano solo le fibre nervose della sensibilità tattile situate sotto la pelle.
L’elettroterapia TENS ha un effetto antalgico attraverso la stimolazione selettiva dei nervi periferici da parte di impulsi elettrici.
La TENS è indicata in numerose patologie: dolore acuto post-operatorio, dolore osteo-artro-muscolare, algie ostetriche, dolore cronico, radicolite-nevrite, artrite reumatoide, algie da artrosi, tendinite, entesite, fibromialgia, algodistrofia, nevralgia post-erpetica.
La TENS è controindicata sulle mucose e in presenza di ferite.
Per prudenza se ne sconsiglia l’uso in gravidanza e per il trattamento di alcune zone prossime all’area cardiaca così come nei cardiopatici e nei portatori di pace-maker.
:: IONOFORESI
Per ionoforesi (iòno-phòresis = trasporto di ioni) si intende l’introduzione di un farmaco nell’organismo attraverso l’epidermide (somministrazione per via transcutanea), mediante l’utilizzo di una corrente (corrente galvanica), prodotta da un apposito generatore. Essenzialmente si potrebbe definire un’iniezione “senza ago”.
I vantaggi della somministrazione di farmaci mediante ionoforesi sono:
– Evitare l’assorbimento per via sistemica del farmaco (orale, intramuscolare, endovenosa): la via sistemica presenta, infatti, diverse controindicazioni ed effetti collaterali a danno di vari organi e sistemi anatomici.
– Utilizzo del farmaco direttamente nella sede corporea interessata: l’applicazione del farmaco direttamente nella zona da curare riduce i tempi terapeutici con conseguente regressione dei sintomi in un tempo minore. Affezioni dolorose (algie) dell’apparato muscolo-scheletrico, derivanti da artrosi, artrite, cervicalgia, lombalgia, sciatica, strappi muscolari, ecc., vengono quindi curate circoscrivendo l’effetto terapeutico solo alla zona interessata.
– Introduzione del solo principio attivo, senza veicolanti (eccipienti) che spesso sono fonte di reazioni più o meno avverse.
– Iperpolarizzazione delle terminazioni nervose con innalzamento della soglia di eccitabilità: effetto antalgico elevato (effetto tens).
Questa terapia ha la capacità di far assorbire alla regione ammalata una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita, ad esempio, per via orale.
:: CORRENTI GALVANICHE
Sono correnti continue utilizzate a scopo terapeutico, attraverso l’utilizzo di bacinelle galvaniche che permettono di ottenere una distribuzione di corrente più uniforme su estesi distretti corporei mediante l’immersione in acqua delle parti da trattare.
Gli effetti della terapia galvanica sono i seguenti:
– Effetto TROFICO: legato alle modificazioni del metabolismo cellulare del circolo indotte dall’applicazione di corrente continua.
– Effetto VASODILATATORE: la vasodilatazione cutanea è ottenuta dall’azione diretta sul sistema simpaticolitico, è sia superficiale che profonda (quest’ultima è più tardiva, ma più duratura della prima).
– Effetto ANTALGICO: dovuto alla modificazione della eccitabilità a livello dei recettori dolorifici ( si ha un innalzamento della soglia del dolore )
Indicazioni:
– Atrofie muscolari
– Nevralgie
– Tendinosi
– Lombalgie e lombosciatalgie
– Mialgie
– Infiammazioni legamentose
– Artrosi
– Malattie reumatiche
– Spondilosi
Controindicazioni:
Portatori di pacemaker o di altre apparecchiature elettroniche impiantate nella zona sottostante la stimolazione
Lesione della cute in sede di applicazione
:: CORRENTI BIFASICHE
:: CORRENTI DIADINAMICHE
Le correnti diadinamiche sono correnti unidirezionali ed emisinusoidali a bassa frequenza. Sono state scoperte da Pierre Bernard nel 1929. Esse possiedono tre effetti biologici:
– Effetto di stimolazione sulla sensibilità, sull’attività muscolare, sul trofismo;
– Effetto inibitorio sulla sensibilità e sulla contrazione muscolare con diminuzione delle contratture;
– Reazione di assuefazione che porta all’annullamento dell’azione biologica, che compare molto rapidamente con correnti d’intensità e frequenza costanti.
In realtà le correnti diadinamiche vengono utilizzate prevalentemente a scopo antalgico (inibizione).
Indicazione:
– cervicalgia e cervicobrachialgia
– periartite scapolo-omerale
– tendinite al gomito, polso, spalle, ginocchio e caviglia
– epicondilite
– lombalgia e lombosciatalgia
– gonalgia
– postumi traumatici articolari
Controindicazioni: pace-maker, gravidanza, tumori, patologie cutanee superficiali, presenza di corpi metallici endotissutali nel campo elettrico.
:: CORRENTI FARADICHE
La corrente faradica è stata ideata da Faraday, è una corrente a bassa frequenza che viene utilizzata per l’elettrostimolazione del muscolo normalmente innervato. La corrente faradica è caratterizzata da una serie di impulsi unidirezionali, triangolari ma anche rettangolari di breve durata (0,1 – 1 msec) con frequenza 50 Hz o 100 Hz, viene erogata con tempo di stimolazione di due secondi e pause di sei secondi, ma solitamente modulata in ampiezza in modo che ogni impulso ha un valore d’intensità diverso dal precedente.
Effetti biologici: gli effetti biologici della corrente faradica sono influenzati dalla frequenza degli impulsi e sono rappresentati dall’azione eccitomotoria e dalla vasodilatazione.
Azione eccitomotoria: la corrente neofaradica con frequenza di 50 Hz provoca la contrazione muscolare. Questa corrente è efficace soprattutto nei confronti del tessuto nervoso ed è, pertanto, utilizzata per stimolare esclusivamente il muscolo normalmente innervato. La corrente faradica non viene impiegata per stimolare il muscolo denervato perchè a causa della breve durata dell’impulso, richiederebbe un’intensità talmente elevata da essere mal tollerata dal paziente.
Vasodilatazione: la corrente faradica con frequenza di 100Hz ha effetto prevalentemente vasodilatante ed iperemizzante
Effetti terapeutici
La corrente faradica viene comunemente impiegata in campo terapeutico per indurre la contrazione dei muscoli innervati. Essendo modulata in intensità, questa corrente provoca una contrazione muscolare che aumenta e diminuisce in modo graduale. La contrazione muscolare così prodotta è quella che, fra tutte le contrazioni prodotte dalle correnti eccitomotorie, più assomiglia alla contrazione muscolare volontaria.
La durata della seduta è di 10-15 minuti. Le sedute devono essere giornaliere.
La corrente faradica è indicata in presenza di:
– Ipotrofia muscolare da non uso
– Paralisi flaccide di origine centrale
– Paralisi funzionali di tipo isterico
– Trapianto muscolare
La corrente faradica è controindicata nei soggetti portatori di pace-maker, poichè può interferire con l’attività del pace-maker, il quale può confondere la corrente con l’attività cardiaca.
:: CORRENTI DI KOTZ
La corrente di kotz venne sperimentata intorno agli anni settanta da Y. M. Kotz, dal quale prende il nome.
E’ una corrente sinusoidale a media frequenza, che viene impiegata per il potenziamento del muscolo normalmente innervato. Comunemente si impiega una corrente di 2.500 Hz interrotta.
Effetti biologici: la corrente di Kotz provoca la contrazione delle fibre muscolari innervate; non riesce a stimolare le fibre denervate a causa della brevità degli impulsi che la compongono.
Rispetto alle correnti eccitomotorie a bassa frequenza, questa corrente assicura il maggior reclutamento muscolare, un’azione in profondità (poichè la cute oppone a queste correnti una minore resistenza) e la maggiore tollerabilità (a queste frequenze gli impulsi elettrici, infatti, stimolano le fibre nervose motorie e non quelle della sensibilità dolorifica e, pertanto, provocano delle contrazioni muscolari praticamente indolori).
Effetti terapeutici: la corrente di Kotz viene impiegata per il potenziamento dei muscoli normalmente innervati. Essa permette il massimo reclutamento muscolare.
La corrente di Kotz viene impiegata per il trattamento di:
– Ipotrofia muscolare da non uso
– Potenziamento muscolare degli atleti: l’impiego di questa corrente in campo sportivo è iniziato con le Olimpiadi di Montreal del 1976, allorquando fu utilizzata dagli atleti sovietici per potenziare la muscolatura e migliorare le proprie prestazioni.
Controindicazioni: Questa corrente non va impiegata nei pazienti portatori di pace-maker.
:: CORRENTI INTERFERENZIALI
Le correnti interferenziali sono correnti alternate di media frequenza che interagiscono nel punto in cui si incrociano. Le correnti interferenziali si ottengono utilizzando due generatori di corrente alternata di media frequenza, collegati a due coppie di elettrodi disposte ortogonalmente, in modo che le linee di forza dei due campi elettrici si sovrappongano nella zona desiderata. Poiché le due correnti hanno frequenze diverse si ha che in certi momenti le due semionde positive e negative si addizionano, dando origine ad una semionda di maggior ampiezza, mentre in altri momenti si annullano. Hanno un’azione profonda e presentano un’amplificazione dell’intensità:
Azione profonda: deriva dalle caratteristiche intrinseche delle correnti a media frequenza verso le quali la cute oppone una minore resistenza, perché l’impedenza elettrica della cute si riduce man mano che aumenta la frequenza. Produce un’azione in profondità che non è realizzabile con le diadinamiche, le quali agiscono prevalentemente nei tessuti superficiali.
Amplificazione dell’intensità erogata: all’interno dei tessuti l’intensità della corrente interferenziale è maggiore rispetto a quella presente a livello degli elettrodi, perché le intensità delle correnti erogate dai due generatori si sommano.
Effetti Terapeutici: la corrente interferenziale è utilizzata in campo fisioterapico a scopo eccitomotorio ed antalgico.
Effetto eccitomotorio: provoca la contrazione dei muscoli normalmente innervati e profondi.
Analgesia: provoca vasodilatazione, la quale, attraverso l’aumento del flusso sanguigno locale, rimuove dai tessuti le sostanze algogene.
Indicazioni:
– Ipotrofia muscolare: per il potenziamento dei muscoli normalmente innervati e profondi
– Dolore cronico
– Artrosi dell’anca
– Artrosi lombare sacrale
– Artrosi cervicale
– Tendinopatie profonde
– Tendinite dell’anca e della spalla
– Osteoporosi
Controindicazioni: gravidanza, Pace-maker, forme emorragiche o possibilità di emorragia, tumori, processi infiammatori acuti.
Non provoca effetti elettrolitici perché è una corrente bidirezionale, pertanto può essere utilizzata anche in presenza di mezzi di sintesi metallici.
:: ELETTROSTIMOLAZIONI
L’elettrostimolazione è una tecnica che, mediante l’utilizzo di impulsi che agiscono o sui punti motori dei muscoli (motoneuroni) o sui terminali nervosi (impulsi TENS), provoca una contrazione muscolare del tutto simile a quella volontaria,viene utilizzata sia in riabilitazione sia in ambito sportivo.
Esistono tre diversi modi di utilizzo:
– La stimolazione muscolare (ideale per lo sviluppo della forza)
– La stimolazione dei terminali nervosi (ideale per i trattamenti contro il dolore e per quelli estetici)
– La ionoforesi (ideale per la veicolazione dei farmaci)
Oggi lo strumento più idoneo per l’elettrostimolazione è un generatore di corrente costante con impulsi rettangolari compensati e simmetrici, impulsi TENS ( Transcutaneous electrical nerve stimulation ) ed impulsi di ionoforesi in grado di adattarsi all’impendenza o resistenza dei diversi tessuti (ad esempio cute e grasso), che si interpongono tra gli elettrodi ed il motoneurone da stimolare con programmi in cui gli impulsi siano calibrati secondo due variabili: la frequenza (impulso al secondo in Herz), che deve essere compresa tra 1 e 120 Hz, e la cronassia, in pratica la larghezza dell’impulso, misurata in microsecondi (da 30 a 450).
INDICAZIONI
In ambito sportivo: isolamento del gruppo muscolare trattato, salvaguardia del sistema muscolo-tendineo, risparmio di energia fisica e psicologica, reclutamento di un numero maggiore di fibre muscolari rispetto ad una contrazione volontaria, allenamento di fibre muscolari poco utilizzate nelle normali sedute di lavoro, riduzione dei tempi di recupero, eliminazione del sovraccarico alle articolazioni, miglioramento della circolazione sanguigna, attivazione delle endorfine ( riduzione del dolore );
In ambito riabilitativo: trattamento dell’amiotrofia muscolare post-traumatica e post-chirurgica, ripristino della forza muscolare, riequilibrio del controllo propriocettivo, cura delle contratture, recupero motorio. Un programma di elettrostimolazione deve prevedere una fase di riscaldamento, una di allenamento vero e proprio ed un’ultima di defaticamento.
Controindicazioni: L’elettrostimolazione non ha controindicazioni, è però vietata ai portatori di pace maker, alle donne in gravidanza e agli epilettici.
:: DIATERMIA PHARON
Il termine diatermia deriva dal greco e significa caldo e profondo. La diatermia possiede un’importante proprietà curativa grazie all’aumento della temperatura nelle zone del corpo trattate.
Il calore viene prodotto dal passaggio di corrente elettrica, per effetto joule. Le principali manifestazioni provocate dal passaggio della corrente elettrica attraverso i tessuti sono l’effetto chimico, la vasodilatazione, l’effetto antalgico e l’effetto termico; tali effetti sono sfruttati in ambito fisioterapico, per il recupero riabilitativo neuromotorio dei soggetti sottoposti a trattamento.
La diatermia permette un riscaldamento omogeneo, sia superficiale che profondo, della zona corporea trattata.
Questa iperemia indotta apporta ossigeno ai tessuti inducendo un profonda e diffusa vascolarizzazione che ripristina i livelli metabolici endocellulari. Il vantaggio principale di questa terapia consiste nel fatto che, poiché l’energia è endogena, è possibile interessare anche strati profondi, non trattabili con trasferimenti di energia dal”esterno, per i danni causati alla cute stessa dal calore o dalle corrente emesse. Il recupero del paziente è veloce e con risultati difficilmente raggiungibili con altre tipologie di dispositivi.
La diatermia è particolarmente indicata per il recupero delle distorsioni, lesioni tendinee, tendinite borsiti, esiti di traumi ossei e legamentosi, distrazioni osteo-articolari acute e recidivanti, artralgie croniche di varia natura.
Le principali indicazioni: Algie croniche, Artrosi cervicale, Cervico-brachialgia, Coxartrosi, Gonartrosi, Epicondilite, Lombalgia e Lombosciatalgia, Periartrite, Pubalgia cronica, Riabilitazione post-traumatica, Sperone calcaneare, Strappi muscolari.
:: INFRAROSSI
Il dr. Tadishi Ishikawa fu il primo nel 1967, in Giappone, a progettare un prototipo di cabina a raggi infrarossi.
Da allora questa terapia ha trovato largo impiego sia per uso privato che per applicazione da parte di specialisti e terapeuti, in quanto il calore a raggi infrarossi può essere utilizzato come ausilio ai loro metodi di cura.
L’energia a infrarossi utilizza, al contrario di altre forme di energia, l’aria circostante come mezzo di trasmissione. Il principale vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che il calore penetra in profondità nell’organismo, consentendo una temperatura ideale e grandi benefici per la salute.
La radiazione termica a infrarossi trova impiego da molti anni in ambito medico e si può considerare come metodo assolutamente affidabile e sicuro. I raggi ad infrarosso producono ipertermia, cioè vasodilatazione e aumento locale della temperatura nei tessuti sottostanti la zona irradiata.
L’energia ad infrarossi ha un’influenza positiva su numerosi processi di guarigione. Il calore a infrarossi stimola la circolazione e l’eliminazione di scorie per via cutanea, ha diversi campi di applicazione e può essere indicato per la cura di diverse patologie: ipertensione, pressione bassa, disturbi della circolazione, disturbi della funzionalità renale, disintossicazione, stress, reumatismi, artrosi, artrite, stiramenti muscolari, bronchite, asma, raffreddore, dolori mestruali, lombalgia, sciatica, insonnia, disturbi della digestione, slogature, rigidità delle articolazioni.
:: LASER TERAPIA I.R. ALTA POTENZA
La laser terapia trova impiego in medicina sportiva ed in fisioterapia (terapia del dolore grazie agli effetti antalgici, proprietà antiflogistiche e accelerazione delle cicatrizzazioni grazie alla biostimolazione).
La radiazione laser, penetrando i tessuti, provoca reazioni biochimiche, sulla membrana cellulare e all’interno dei mitocondri, che inducono i seguenti effetti:
– Vasodilatazione, con conseguente aumento del calore locale, stimolazione neuro vegetativa, modifica della pressione idrostatica intracapillare, aumento delle richieste metaboliche cellulari
– Aumento del drenaggio linfatico, maggior assorbimento dei liquidi interstiziali, stabilizzazione ionica trans/membranica, aumento dell’efficacia della pompa sodio/potassio;
– Stimolazione metabolica, accelerazione del processo di trasformazione del ADP in ATP e del ricambio elettrolitico tra gli ambienti intra ed extra cellulari, aumento della concentrazione di acidi nucleici (RNA e DNA) e di aminoacidi;
– Lieve modificazione del PH intra ed extra cellulare.
L’aumento del flusso ematico per vasodilatazione capillare ed arteriolare ha effetti antiflogistici, antiedema, eutrofici e stimolanti per il tessuto cellulare.
La modifica della pressione idrostatica intracapillare conduce ad un maggior assorbimento del liquidi interstiziali con effetti riduttivi per gli edemi e di attivazione per il ricambio cellulare.
La terapia del dolore è praticabile grazie all’azione analgesica, indotta dall’aumento della soglia di percezione delle terminazioni nervose algotrope e dalla liberazione di endorfine. Le radiazioni laser risultano, quindi, particolarmente indicate nelle patologie di tipo infiammatorio, quali: artrosi, neuriti, gengiviti, flebiti, e nei malanni tipici di chi pratica dello sport: tendiniti, contratture, stiramenti e strappi muscolari, distorsioni, contusioni, borsiti e periostiti, metatarsalgie, fasciti plantari.
:: MAGNETOTERAPIA
Lo studio delle interazioni dei campi magnetici sulla salute umana è di origini antichissime, e può essere fatto risalire addirittura a Ippocrate e agli antichi Egizi.
In tempi recenti, i primi studi sistematici sugli effetti biologici delle onde hertziane sulle cellule e sul sistema nervoso furono condotti agli inizi del XX secolo dal russo Danielewski.
Negli anni settanta Paul Lauterbur realizzò le prime applicazioni diagnostiche dei campi elettromagnetici; grazie ai suoi studi furono sviluppati i primi apparecchi per praticare la magnetoterapia, riportando percentuali di guarigione intorno all’85% nel trattamento di gravi problemi ortopedici, spesso refrattari ad altre forme di trattamento. In campo riabilitativo la magnetoterapia (o elettromagnetoterapia) è un genere di terapia che consiste nella opportuna irradiazione con un campo magnetico.
La magnetoterapia ha numerosi campi e numerose modalità di applicazione, ma opera principalmente nella regolarizzazione dell’equilibrio elettrochimico della cellula e restaurando la corretta permeabilità della membrana cellulare; a questo fine le zone interessate da patologie muscolari, articolari, ossee e tessutali in genere, vengono sottoposte a irradiazioni mirate.
Di recente, gli effetti della magnetoterapia sull’osteoporosi, sono stati riconsiderati con grande interesse e diverse ricerche affermano che abbia effetti di rilevante riduzione del processo degenerativo del tessuto osseo.
La magnetoterapia è indicata nei seguenti casi:
– Disturbi di tipo infiammatorio ( artrosi, neuriti, flebiti, tendiniti, stiramenti muscolari)
– Disturbi articolari
– Traumi recenti
– Riparazione delle ulcere di ogni tipo: (traumatiche, da decubito, da ustioni, refrattarie ad altre terapie, venose (specialmente di tipo cronico), e in tutte quelle patologie in cui e’ richiesto una maggiore micro vascolarizzazione e/o rigenerazione tessutale, quali l’attecchimento di autotrapianti, il consolidamento di calli ossei ecc.
Malattie reumatiche, nelle patologie articolari quali artrosi, tendiniti, epicondiliti, borsiti, periartriti, cervicalgie, lombalgie, mialgie, trattamento delle fratture sia durante che dopo gessatura ( infatti, la magnetoterapia influenza direttamente il tessuto osseo, accelerando la formazione del callo osseo, mobilitando gli ioni di Ca++ ).
Un campo di applicazione in cui si hanno risultati eclatanti e’ quello della osteoporosi, patologia che in molti casi degenera, con dolori e con eventuali microfratture a livello dei corpi delle vertebre, in aumento della cifosi e nella riduzione di altezza dei corpi delle vertebre con compressione a livello della colonna vertebrale e difficolta’ nella deambulazione. Non vi sono specifici rimedi per curare l’osteoporosi, ma il trattamento con campo magnetico ripetuto più volte all’anno, riduce il processo degenerativo. La patologia dell’anziano trova nella magnetoterapia un valido aiuto rigenerando le cellule e dando una sensazione di acquisita energia.
Le controindicazioni alla magnetoterapia sono poche e spesso solo temute per motivi precauzionali e sono le seguenti: portatori di stimolatori cardiaci e pacemaker e in presenza di insufficienza coronarica, disturbi ematologici o vascolari, alterazioni funzionali organiche, psicopatologie, epilessia, alcune malattie infettive, micosi, iperfunzione tiroidea, sindromi endocrine, tubercolosi, gravidanza.
:: ONDE D’URTO
La terapia ad onde d’urto si diffuse all’inizio degli anni ’90, in Germania, dove specialisti in ortopedia cominciarono a sperimentare Litotritori Extracorporei, fino ad allora usati per applicazioni urologiche, per il trattamento di patologie ortopediche.
Dopo aver riscontrato e verificato nel tempo i primi risultati positivi in particolari quadri clinici ortopedici, la terapia ad onde d’urto iniziò a proporsi come una valida alternativa al trattamento chirurgico.
Vantaggi delle onde d’urto:
– Poter evitare l’anestesia
– Mantenimento dell’integrità fisica
– Abbattimento dei costi legati al mancato intervento chirurgico
– Possibilità di ricorre alla terapia in qualunque momento
Ancora oggi le modalità con cui agiscono le onde d’urto non sono del tutto note, la loro efficacia sembra essere correlata a due effetti:
– Effetto diretto dell’impulso sul tessuto nella zona bersaglio, ed in associazione ai fenomeni di riflessione, più accentuati nei punti di passaggio tra tessuti molli (tendini, muscoli) e tessuti più compatti (ossa e formazioni calcifiche )
– Effetto indiretto di “cavitazione” provocato dalla depressione susseguente l’impulso, che supera le caratteristiche elastiche del tessuto. La conseguenza di questi due effetti è un aumento della vascolarizzazione nella zona colpita, per la stimolazione da parte degli impulsi sulle fibre simpatiche.
Tutto ciò porta ad una rimozione dei fattori infiammatori con il rilascio di sostanze che stimolano la formazione di nuovi vasi (capillarizzazione). A livello del tessuto osseo, in caso di fratture recenti, si produce un effetto simile con aumento della vascolarizzazione e conseguente stimolazione osteogenica (formazione di tessuto osseo).
Immediatamente dopo il trattamento e per 4-5 ore dopo si assiste ad una diminuzione del dolore (effetto inibitorio sui recettori del dolore e liberazione locale di endorfine).
Successivamente, tra la sesta e la ventiquattresima-quarantottesima ora, la sintomatologia riprende fino a raggiungere talvolta un picco superiore a quello precedente il trattamento; dopo 48 ore inizia una diminuzione progressiva del dolore, che con successive sedute di terapia con onde d’urto permetterà una remissione completa dei sintomi. Da un punto di vista prettamente clinico si è riscontrata nel corso degli anni un’efficacia della terapia ad onde d’urto per diverse patologie.
Indicazioni:
– Dolore cronico
– Borsiti
– Tenosinoviti microtraumatiche (tunnel carpale)
– Tendinosi calcifiche
– Tendiniti rotulee del ginocchio
– Fasciti plantari
– Achillodinie
– Talloniti
– Speroni calcaneari
– Sindrome da impingement della spalla
– Periartriti scapolo-omerali (calcifiche e non)
– Epicondiliti
– Epitrocleiti
– Pseudoartrosi
– Ritardi di consolidazione di fratture di segmenti ossei (dopo l’insuccesso del trattamento chirurgico o dell’uso di apparecchi gessati)
– Induratio penis plastica
– Contratture e stiramenti muscolari
– Pubalgie
Controindicazioni: Alterazioni congenite o acquisite (di solito indotte da farmaci) della coagulazione, gravidanza presunta o in corso, pace-maker (per alcuni tipi di apparecchi), infiammazioni acute cutanee nella zona da trattare
neoplasie o infezioni nella sede da trattare, cartilagini di accrescimento.
:: RADAR TERAPIA
La radarterapia è una terapia strumentale annoverata tra le termoterapie.L’effetto antidolorifico è ottenuto grazie all’impiego di onde elettromagnetiche della banda di frequenza delle microonde. Queste onde sviluppano nei tessuti trattati un calore che si diffonde in profondità. Nei tessuti con maggiore presenza di acqua, quali i muscoli e i tessuti periarticolari si ottiene un maggior riscaldamento, mentre nei tessuti con un basso contenuto di liquidi il’effetto termico è minore.Oltre all’effetto termico, si produce una notevole vasodilatazione che si mantiene per circa venti minuti dal termine della seduta e che coinvolge i capillari e le arterie precapillari.
Effetti terapeutici della radarterapia sono:
– Rilasciamento muscolare
– Effetto analgesico
– Effetto trofico
Indicazioni:
– contratture muscolari
– artrosi
– algie post-traumatiche
– tendiniti
Controindicazioni: portatori di pace-maker, presenza di emorragie, neoplasie, gravidanza e problemi vascolari
:: ULTRASUONI A MASSAGGIO
Gli ultrasuoni sono vibrazioni acustiche ad alta frequenza non percepibili dall’orecchio umano. In campo terapeutico gli ultrasuoni sono ottenuti artificialmente sfruttando la proprietà di alcuni cristalli minerali che sottoposti all’azione di un campo elettrico di corrente alternata si dilatano e si comprimono emettendo vibrazioni. L’irradiazione ultrasonica genera, quindi, un micromassaggio di notevole intensità agendo in profondità nei tessuti.
Da questa vibrazione, urto e frizione delle strutture cellulari e intracellulari si genera calore. Questo innalzamento della temperatura a livello delle strutture più profonde determina vasodilatazione e favorisce quindi i processi metabolici.
Gli ultrasuoni possono essere anche usati in immersione; la testina viene immersa in acqua insieme alla zona da trattare.
Effetti terapeutici:
– Effetto analgesico
– Rilassamento dei muscoli contratti
– Azione fibrolica (le oscillazioni rendono fluide le fibre collagene che nei tessuti fibrosi, come le cicatrici, risultano eccessivamente compattate)
– Effetto trofico
L’ultrasuonoterapia è particolarmente indicata nel trattamento di patologie delle strutture periostali, tendinee e capsulari: tendiniti, calcificazioni periarticolari, artrosi, contratture muscolari antalgiche, tessuti cicatriziali ed ematomi organizzati.
L’ultrasuono terapia è controindicata in presenza di neoplasie, in vicinanza dell’area cardiaca o di organi sessuali e in presenza di flebiti in fase acuta.
:: ULTRASUONI SUBACQUEI
Gli ultrasuoni sono vibrazioni acustiche ad alta frequenza non percepibili dall’orecchio umano. In campo terapeutico gli ultrasuoni sono ottenuti artificialmente sfruttando la proprietà di alcuni cristalli minerali che sottoposti all’azione di un campo elettrico di corrente alternata si dilatano e si comprimono emettendo vibrazioni. L’irradiazione ultrasonica genera, quindi, un micromassaggio di notevole intensità agendo in profondità nei tessuti.
Da questa vibrazione, urto e frizione delle strutture cellulari e intracellulari si genera calore. Questo innalzamento della temperatura a livello delle strutture più profonde determina vasodilatazione e favorisce quindi i processi metabolici. Gli ultrasuoni possono essere anche usati in immersione; la testina viene immersa in acqua insieme alla zona da trattare.
Effetti terapeutici:
– effetto analgesico
– rilassamento dei muscoli contratti
– azione fibrolica (le oscillazioni rendono fluide le fibre collagene che nei tessuti fibrosi, come le cicatrici, risultano eccessivamente compattate)
– effetto trofico
L’ultrasuonoterapia è particolarmente indicata nel trattamento di patologie delle strutture periostali, tendinee e capsulari: tendiniti, calcificazioni periarticolari, artrosi, contratture muscolari antalgiche, tessuti cicatriziali ed ematomi organizzati,
L’ultrasuono terapia è controindicata in presenza di neoplasie, in vicinanza dell’area cardiaca o di organi sessuali e in presenza di flebiti in fase acuta.
:: PARAFFINA
Le prime applicazioni di paraffina in campo medico-terapeutico risalgono al 1915, grazie agli studi di De Sandfort e Joly. La paraffina è una sostanza costituita da idrocarburi solidi ed è un derivato del petrolio. A temperatura ambiente si presenta in forma solida, simile alla cera, a temperature oltre i 50°C fonde e raggiunge lo stato liquido.
Effetti biologici e terapeutici:
Effetto termico: la paraffina impiegata ad una temperatura superiore ai 50 °C trasferisce il calore ai tessuti sottostanti, favorendo un’ azione di termoterapia esogena.
Effetto meccanico: la paraffina applicata alla cute, subisce il passaggio dallo stato liquido allo stato solido, durante questo passaggio riduce il suo volume esercitando un’azione benefica di compressione dei tessuti, in particolar modo esaltando l’effetto antiedemigeno.
Conseguente sudorazione profusa: l’innalzamento del gradiente termico tissutale favorisce l’aumento della sudorazione distrettuale con incremento della traspirazione cutanea ed eliminazione di tossine locali.
Metodo di applicazione: una volta sciolta la paraffina, mescolata alla vaselina, il paziente effettua un bagno per immersione dei distretti da trattare. La parte interessata verrà poi ricoperta da una pellicola impermeabile e un panno, poi mantenuta in sede per 30 minuti, fino a completo raffreddamento.
Le zone maggiormente trattate con la paraffinoterapia sono le articolazioni (es. delle mani, piedi, ginocchio, gomito). Le indicazioni terapeutiche sono l’artrosi, l’artrite reumatoide (nella fase subacuta o cronica) e dove sia presente rigidità, edema. Ottima in preparazione delle manovre di rieducazione e di terapia manuale, post-immobilizzazione da gesso e da rigidità post-traumatiche.
Le controindicazioni sono quelle classiche della terapia esogena locale, ad es. infezioni, ferite aperte, tumefazioni acute locali e generali, stati febbrili e ipersensibilità cutanea.
Curiosità: l’applicazione all’arto inferiore in presenza di vene varicose è addirittura vantaggiosa grazie alla compressione che si verifica dal passaggio dallo stato liquido allo stato solido della paraffina. Ovviamente in assenza di patologie acute come tromboflebiti e flebiti.
:: ELETTROPORAZIONE ANTALGICA
L’elettroporazione è una nuova metodica non invasiva che permette la veicolazione transdermica di principi attivi tramite l’utilizzo di impulsi elettrici che determinano una temporanea modificazione della membrana cellulare portando alla creazione di nuovi canali ( elettrofori ), attraverso i quali è possibile veicolare principi attivi allopatici e fitoterapici. Questa metodica è stata intesa come evoluzione della mesoterapia e del massaggio linfodrenante, in quanto è un trattamento indolore, non invasivo, non lascia edemi e dimostra una spiccata efficacia, basti pensare che ha la capacità di far assorbire alla regione da trattare una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita, ad esempio, per via orale.
Metodo: si utilizzano in sinergia due strumenti, con il primo si effettua una micro dermoabrasione superficiale che elimina lo strato corneo della pelle, finora principale ostacolo alla veicolazione transcutanea dei principi attivi, il secondo attua l’elettroporazione aprendo i canali di membrana.
In generale, la metodica priva di controindicazioni e attuata con questa apparecchiatura permette non solo di mirare meglio il bersaglio patologico da colpire, ma di raggiungerlo in maniera delicata e indolore. Infatti non ci sono ne iniezioni ne tagli, ma l’ingresso in profondità delle sostanze attive avviene grazie ad un leggero impulso elettrico. Il loro dosaggio è calibrato in modo strettamente necessario al punto da trattare.
La veicolazione transcutanea presenta un gran numero di vantaggi rispetto ai metodi di somministrazione per via orale o mediante iniezioni:
– Mancanza di invasività
– Presenza del farmaco nelle zone desiderate in quantità di gran lunga superiore a quella ottenibile per via sistemica (orale e/o iniettiva anche rispetto ad infiltrazioni e/o mesoterapia)
– Possibilità di utilizzare farmaci “ potenti” senza causare effetti collaterali sistemici limitanti
– Applicazione diretta del principio attivo
– Riduzione dell’assorbimento sistemico e della tossicità
– Minor quantità di principio attivo necessario
– Maggiore rapidità di azione e quindi rapidità del risultato
– Assenza di invasività e dolore
L’elettroporazione è principalmente indicata in caso di:
– Strappi muscolari
– Contratture muscolari
– Distorsioni
– Tendiniti
– Nevriti
– Nevralgie
– Artropatie reumatiche
– Condropatie
– Terapia del dolore
:: ELETTROPORAZIONE ESTETICA
Oggi la ricerca di soluzioni per contrastare gli inestetismi della pelle è approdata all’uso di tecniche innovative che agiscono direttamente sui meccanismi cellulari con risultati altrimenti non raggiungibili con il solo uso di creme. L’innovativa metodica è l’Elettroporazione.
Si tratta di un rivoluzionario trattamento viso e corpo che, grazie ad una corrente elettrica a basso voltaggio, aumenta la permeabilità della pelle, favorendo la penetrazione di alcuni principi attivi utili a combattere numerosi problemi estetici.
Questa tecnica produce un reale miglioramento delle funzioni cutanee che si manifesta con la comparsa degli inestetismi e con un aspetto più giovane e fresco.
L’elettroporazione è una tecnica non invasiva eseguita senza utilizzo di aghi, in modo indolore e senza controindicazioni.
Indicato per:
– Eliminare l’adipe localizzato
– Rimuovere cellulite e smagliature
– Trattamenti anti-aging ( rughe, macchie da invecchiamento )
– Attenuare le cicatrici
– Rassodare il seno
– Irregolarità della cute da acne
– Aumento del volume delle labbra
Fin dai primi trattamenti l’efficacia è tangibile: la pelle risulta idratata e distesa, le rughe e i solchi sono meno profondi e il tono è visibilmente migliorato.
Metodo: si utilizzano in sinergia due strumenti, con il primo si effettua una micro dermoabrasione superficiale che elimina lo strato corneo della pelle, finora principale ostacolo alla veicolazione transcutanea dei principi attivi, il secondo attua l’elettroporazione aprendo i canali di membrana.
In generale, la metodica priva di controindicazioni e attuata con questa apparecchiatura permette non solo di mirare meglio il bersaglio patologico da colpire, ma di raggiungerlo in maniera delicata e indolore. Infatti non ci sono ne iniezioni ne tagli, ma l’ingresso in profondità delle sostanze attive avviene grazie ad un leggero impulso elettrico. Il loro dosaggio è calibrato in modo strettamente necessario al punto da trattare.