Trattamenti fisioterapici e riabilitativi

:: GINNASTICA MEDICA DI GRUPPO

:: KINESITERAPIA
La parola kinesi deriva dal greco “Kinesis” e significa movimento. La kinesiterapia è una particolare branca delle terapie manipolative che si prefigge la riabilitazione e la rieducazione funzionale di singoli muscoli o gruppi muscolari o dell’intero organismo, attraverso l’attuazione di specifici movimenti.
La Kinesiterapia si divide in :
Kinesiterapia passiva: il terapista esercita sul paziente, che resterà passivo, tecniche particolari al fine di gestire in modo appropriato il movimento della parte del corpo da trattare.
Kinesiterapia attiva: in questo caso, invece, è lo stesso paziente che agisce in modo attivo sotto la direzione e la supervisione del terapista che gli farà eseguire gli esercizi più idonei.
Il principio del quale si avvale è quello di svolgere un’azione di stimolo meccanico sul sistema nervoso e muscolare, sulle ossa e sulle articolazioni, al fine di permettere la ripresa dei movimenti nella forma e nella misura più ampie possibili. Per questa sua azione diretta sulla funzione del moto e per il fatto di impiegare i medesimi meccanismi del movimento, la kinesiterapia è il mezzo più idoneo e più efficace per la riparazione del danno conseguente a una lesione degli organi di movimento.
Quali tipi di traumi e dolori possono essere trattati con la kinesiterapia?
Fratture, cervicalgie, tendiniti, lussazioni, lombalgie, distorsioni, coxalgie, colpi di frusta, periartriti, traumi di vario genere.
A seconda dei trattamenti richiesti, si applicano metodologie riabilitative differenti.

:: GINNASTICA MEDICA CORRETTIVA PER IL TRATTAMENTO DELLE SCOLIOSI
Scoliosi, cifosi e iperlordosi sono gli aspetti clinici delle alterazioni statiche-posturali della colonna vertebrale il cui trattamento va più correttamente denominato “rieducazione Posturale della scoliosi e dei paramorfismi vertebrali”: essa si prefigge di raggiungere la percezione da parte del paziente sia dell’errore posturale sia delle correzioni che si rendono necessarie.
Lo schema generale del trattamento, che dev’essere lungo, paziente e costante, fino a raggiungere il recupero di una postura corretta e il rinforzo attivo del sistema di controllo muscolare, si articola in fasi successive:
– presa di coscienza del corpo
– ricerca e constatazione delle disarmonie vertebrali
– apprendimento della correzione posturale nelle varie posizioni statiche e nelle fasi dinamiche
– mobilizzazione globale per liberare le tensioni muscolari e legamentose
– tonificazione dei gruppi muscolari deficitari
– integrazione della correzione posturale nelle abitudini e nei gesti della vita quotidiana: uso corretto del tavolo da studio, del banco di scuola ecc.

:: RIEDUCAZIONE PROPRIOCETTIVA
Il termine propriocezione deriva dal latino “proprius”, appartenere a se stesso. La propriocezione è definita come il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista. La si può dividere in senso di posizione statica degli arti e in senso di movimento degli arti. E’ questa una qualità fondamentale per il controllo del movimento e della stazione eretta. La rieducazione propriocettiva è una riprogrammazione neuromotoria, cioè una tecnica rieducativa che si basa sulla stimolazione del sistema neuro – motorio nella sua totalità. Quando siamo in presenza di un trauma dobbiamo quindi tenere in considerazione che, oltre alle lesioni anatomiche, vi è sicuramente una alterazione dei meccanismi propriocettivi. Questa alterazione porta ad un difetto di “lettura” dello spazio circostante da parte dei recettori che sono preposti alla trasmissione delle informazioni alle strutture centrali.
D’altra parte per ottenere precisione nelle prestazioni sportive, ma anche nei movimenti che eseguiamo quotidianamente, è indispensabile una perfetta coordinazione e coscienza della posizione nello spazio delle varie strutture muscolo – tendinee e legamentose implicate nel movimento. La rieducazione propriocettiva, risulta quindi di basilare importanza all’ottenimento di un recupero completo dopo un trauma e per prevenire le recidive. L’obiettivo primario della ginnastica propriocettiva è, infatti, quello di rieducare i riflessi propriocettivi, al fine di raggiungere nuovamente un ottimale “controllo” articolare attraverso un perfetto gioco muscolare. Con la continua stimolazione dei meccanocettori periferici, vengono attivati i circuiti nervosi propriocettivi.
La tecnica si basa su sollecitazioni benigne e controllate applicate alle articolazioni (al fine di velocizzare le risposte muscolari per assorbire l’effetto destabilizzante anzichè subirlo) utilizzando sia esercizi in scarico che in carico naturale e appoggio su piani oscillanti (tavolette basculanti footboards), tappeti morbidi, carta, listelle di legno a sezione circolare e quant’altro possa servire a creare una situazione di instabilità, che stimoli il soggetto ad allenare il proprio sistema propriocettivo e induca un adattamento dinamico a carico dell’articolazione interessata, per rispondere adeguatamente alle variazioni di postura ad essa richieste dall’esercizio stesso. Molti esercizi oltre che per fini riabilitativi, possono essere adottati nella fase tecnica di preparazione e specializzazione sportiva.
Vengono infatti utilizzati per fare acquisire all’atleta una perfetta coordinazione del movimento e per ritrovare il giusto schema posturale e motorio quando compromesso da errate esecuzioni della gestualità specifica. Inserita con regolarità nelle sedute di allenamento poi, la ginnastica propriocettiva ricopre grande importanza nella prevenzione degli infortuni sportivi.

:: RIEDUCAZIONE FUNZIONALE
La rieducazione funzionale è un intervento riabilitativo volto a migliorare l’esecuzione di specifiche capacità attraverso l’esercitazione o correzione della funzione stessa anche con l’uso di ausili. Sono interventi successivi al recupero delle funzionalità muscolari, articolari, o di controllo motorio di tipo segmentario che necessitano di una integrazione nella funzione lesa (Es. rieducazione al cammino dopo recupero del movimento e della forza in un paziente operato per artroprotesi).

:: RIEDUCAZIONE NEUROMOTORIA E PSICOMOTORIA
Per rieducazione neuromotoria si intende l’insieme delle forme di attivazione neuromuscolare più adatte al danno neurologico invalidante, al fine di recuperare o di ricercare risposte funzionali alternative.
Questo si ottiene mediante l’opportuna scelta di manovre che portano ad una specifica stimolazione di “recettori periferici” (organi di senso in grado di captare gli stimoli esterni e di trasferirli ai centri nervosi ).
INDICAZIONI ALLA RIEDUCAZIONE NEUROMOTORIA: lesione del primo/secondo motoneurone (Ictus cerebrale, Morbo di Parkinson, Sclerosi laterale amiotrofica, Sclerosi multipla a placche, Atassie, Polinevriti, Tetraplegie …)
SCOPO DELLA TERAPIA: permettere al paziente neuro-leso di raggiungere, per quanto possibile, il recupero dell’autonomia personale per lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

:: LINFODRENAGGIO MANUALE
Il Linfodrenaggio o drenaggio linfatico manuale (DLM) consiste in una tecnica manuale applicata sul corpo del paziente usando tocchi, movimenti circolari o a pompa che attraverso la pressione dei tessuti consente alla linfa di circolare in modo migliore favorendo una maggiore vascolarizzazione sanguigna che permette un allontanamento delle scorie e assicurando anche l’apporto di nuovi elementi nutritivi.
Questa tecnica è nata come terapia rivolta alla risoluzione dell’edema, ma nel tempo è stata applicata anche in campo ortopedico-riabilitativo grazie alla sua azione antiedematosa ed antiflogistica.
Gli effetti benefici di questa terapia sono dovuti principalmente al fatto che il deflusso linfatico favorisce una migliore vascolarizzazione sanguigna, la quale permette un allontanamento dei cataboliti e delle scorie ed assicura l’apporto di nuovi elementi nutritivi. Il sistema linfatico utilizza la seguente suddivisione anatomica: capillari linfatici, vasi linfatici, tronchi linfatici e linfonodi.
Gli effetti del DLM sull’organismo umano sono analgesici, immunologici, tonificanti e drenanti. Il linfodrenaggio è un tipo di massaggio indicato per edemi linfostatici estesi, edemi di origine traumatica, edemi linfostatici post-operatori (esiti di mastectomia ), malattie del tratto digerente, malattie reumatiche, malattie dermatologiche. Il linfodrenaggio è controindicato nei casi di neoplasie, trombosi, tubercolosi infettiva, infezioni in fase acuta.

:: OSTEOPATIA
Il termine osteopatia deriva dal greco oστέον (osteon) – osso , e πάθοσ (patos) – sofferenza.
L’osteopatia lavora su tutte le strutture del corpo: articolazioni, legamenti, muscoli, tendini, tessuto connettivo, e anche sugli organi, sul cranio con tecniche non invasive ed appropriate.
Tale pratica fu fondata dal medico americano Andrew Taylor Still, nel 1873, che curò le persone affette da disfunzioni strutturali oggi correttamente definite disfunzioni somatiche.
Still asseriva che la struttura governa la funzione ed il suo scopo era quello di trovare la lesione primaria, poichè solo curando quest’ultima, attraverso la manipolazione osteopatica (uso delle mani), si può guarire la disfunzione e, quindi, a priori la patologia. Dunque, la non armonia del corpo è disfunzione e la disfunzione diventa patologia. Il corpo è visto, come dicono gli inglesi, come una “global unit” ed il disordine causa la malattia.
L’individuo è visto, quindi, nella sua globalità, come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche e organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale.
Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, il benessere.
Still basava le sue tecniche su esperienze reali, in particolare egli riuscì a rendere assimilabile la medicina ufficiale del tempo: l’anatomia, con le pratiche mediche degli indiani d’America, fu così che inventò l’osteopatia. Oggi questa disciplina si è evoluta trovando varie applicazioni e sviluppi grazie ad altri autori, che nel tempo hanno inventato lo strutturale, il cranio-sacrale, il miofasciale ed il viscerale.
L’osteopatia è utilizzata anche dalla medicina convenzionale, basti pensare ai disordini posturologici delle persone (plantari), alle applicazioni in campo odontoiatrico (bite ed ATM) e non ultime alle riabilitazioni degli atleti.
Le indicazioni per un trattamento osteopatico sono molto ampie e indicate per tutte le fasce di età.
– Sistema muscolo-scheletrico: tendiniti, dolori articolari, pubalgie, cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, dolori costali o intercostali, dolori al coccige, e qualsiasi dolore a seguito di un trauma importante (sportivo, incidente stradale …)
– Sistema neurologico: sciatiche, cruralgie, nevralgie cervico-brachiali, nevralgie facciali…
– Sistema neurovegetativo: stress, stati ansiosi, depressivi, irritabilità, turbe del sonno, senso di oppressione …
– Sistema circolatorio: problemi circolatori agli arti inferiori e superiori, congestioni venose, emorroidi, palpitazioni, alcune ipertensioni arteriose, tachicardia, problemi post-operatori cardiocircolatori.
– Sistema digestivo: acidità gastrica, ernia iatale, flatulenza, turbe digestive, turbe epato-vescicolare, diarrea, colite spastica …
– Sistema gineco-urinario: incontinenza, cisti, turbi della menopausa, dolori al basso bacino, dolori durante i rapporti …
– Osteopatia e gravidanza: seguito di gravidanza, sindrome post-partum, cistite, disordini di menopausa, dolori funzionali del piccolo bacino, dolore durante le relazioni, prostatite …
– Osteopatia e ORL: rinite, sinusite cronica, patologie asmatiche, vertigini, cefalee, problemi di deglutizione …
– Osteopatia e neonati: vari problemi della nascita e della prima infanzia legati ad un parto difficile come cesareo, disturbi del sonno, mancanza di concentrazione, dislessia, stato collerico, aggressivismo, problemi digestivi, problemi ORL, canale lacrimale otturato, scoliosi …
Limiti dell’osteopatia
Il campo d’azione dell’Osteopatia esclude tutte le lesioni anatomiche gravi, ma anche tutte le urgenze mediche.
In questi casi, non si tratta più di cercare il “punto debole” che ha permesso l’instaurarsi della malattia, ma di agire urgentemente, poiché la patologia in causa non può più essere combattuta con le sole difese dell’organismo. L’osteopatia non può guarire le malattie degenerative, le malattie genetiche, le malattie infettive e/o infiammatorie, le fratture.
Tuttavia, anche se l’osteopatia non può avere un’azione su queste affezioni, può avere un’azione sulle conseguenze, in particolare il dolore, con la liberazione delle tensioni delle strutture

:: TRATTAMENTI CON TECNICHE NEURODINAMICHE
La neurodinamica è una innovativa pratica fisioterapica che mira al trattamento dei disturbi del sistema nervoso periferico. Viene largamente impiegata in patologie caratterizzate da sintomi quali formicolii, ipoetesie (riduzione della sensibilità tattile), senso di pesantezza, mancanza di forza e disturbi della sensibilità in genere.
Tale tecnica è condivisa a livello internazionale da numerosi fisioterapisti ed è supportata di molti studi scientifici.
Alcuni esempi di patologie in cui può essere utile:
– Ernie del disco ( lombari e cervicali )
– Spondiloartrosi
– Neuropatie compressive
– Tunnel carpale,
– Tunnel tarsale,
– Epicondilite
– Neuroma di Morton
– Lesioni neurali di piccola entità
– Stretto toracico superiore
– Esiti di interventi chirurgici e di fratture
– Distorsioni

:: RIABILITAZIONE SPORTIVA
La filosofia del Centro Polispecialistico Riabilitativo San Fedele si basa in primo luogo sulla prevenzione degli infortuni. Pertanto il Centro si propone di seguire gli sportivi sin dalla preparazione atletica, suggerendo la corretta esecuzione del gesto specifico.
Come noto, poi, il recupero dello sportivo è molto complesso, poiché, oltre al ripristino funzionale come ogni altro individuo, è necessario cercare di ritrovare il livello atletico nel minor tempo possibile. Pertanto il Centro ha messo a disposizione degli sportivi infortunati un team di professionisti che garantisce, dopo una opportuna valutazione iniziale, un programma di recupero personalizzato e rapido.
Il Centro San Fedele dispone delle più moderne tecniche e attrezzature per il recupero muscolo-articolare. Tutto questo è quanto di più completo si possa dare per far ritornare rapidamente l’atleta all’attività agonistica riducendone il rischio di ricadute.

:: STRETCHING
Stretching è un termine inglese e significa allungamento, stiramento. Gli esercizi di stretching coinvolgono muscoli, tendini, ossa e articolazioni ed in gran parte consistono in movimenti di allungamento muscolare e di mobilizzazione delle articolazioni allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma. E’ un modo per conoscere più a fondo il proprio corpo, mediante la presa di coscienza delle alterne fasi di contrazione e rilassamento muscolare.
Semplici esercizi possono aiutare a impedire il naturale irrigidimento strutturale che si determina con la conduzione di una vita sedentaria o caratterizzata da un moto che influisce sempre sulle stesse componenti, senza un reale completo equilibrio. Gli esercizi di stretching si basano su una “graduale tensione” rilassata e prolungata di ogni singola fascia muscolare. Notevole importanza, per una valida riuscita degli esercizi di stretching, riveste il modo di effettuare la respirazione. Per essere rilassati il più possibile, bisogna cercare di respirare molto lentamente, servendosi del diaframma piuttosto che dei polmoni e cercando di immettere ed espellere l’aria in modo ritmico e profondo.
Tale sistema aiuta a concentrarsi e a mantenere la posizione, mentre trattenere il respiro non fa altro che irrigidire il corpo e inibire l’allungamento. Lo stretching può essere utile nel migliorare le artrosi cervicali, nei dolori lombari e nelle sciatalgie e può arrecare benessere e distensione.
Effetti dello stretching
In generale lo stretching riduce la tensione muscolare, migliora la coordinazione e la propriocezione (cioè la presa di coscienza del proprio corpo), previene traumi muscolari e tendinei, e migliora l’escursione articolare.

:: MASSOTERAPIA
La massoterapia è ad oggi uno dei più antichi e diffusi trattamenti fisioterapici. I paesi orientali come l’India e la Cina ne testimoniano l’uso a partire da 4.000 anni fa, ma la sua vera introduzione nella pratica medica avviene all’incirca nella prima metà del XIX secolo.
Fin dall’epoca egizia e greco-romana, in cui veniva considerato un rituale di indispensabile complemento al bagno e alle gare sportive, il massaggio veniva praticato dagli empirici, con semplici tecniche prive di formazione scientifica e basate sull’effetto calmante e tonificante prodotto dalle alterazioni vasomotorie a carico della cute fornite dall’operazione del massaggio stesso.
Il massaggio viene praticato sulla superficie corporea del soggetto, che rimane solitamente passivo, allo scopo di migliorarne la circolazione sanguigna ed il trofismo dei tessuti, di favorire l’eliminazione delle scorie metaboliche e dei depositi di grasso corporeo, di restituire mobilità agli arti compromessi da lesioni muscolari. Il massaggio, praticato sui tessuti molli (pelle, sottocutaneo, legamenti, tendini e muscoli) cerca di restituire, tramite un’azione rilassante o tonificante, a seconda delle situazioni terapeutiche, la normale mobilità e lunghezza delle strutture lese, compromesse non solo da affezioni traumatiche (quali ad esempio contratture), ma anche da affezioni reumatiche, circolatorie o nervose.
La massoterapia trova impiego in reumatologia, in dermatologia e in traumatologia, grazie alla facilitazione del riassorbimento di ematomi ed edemi, condotta tramite un’azione di miglioramento del microcircolo locale, associata con un migliore ritorno venoso, la stimolazione dei recettori nervosi e la facilitazione della rimozione dei cataboliti.
La pratica massoterapica può essere effettuata con manovre esclusivamente manuali o mediante specifici attrezzi o apparecchi, secondo tre principali tipologie: la seduta massoterapica sportiva, curativa o rilassante. La durata dei trattamenti oscilla di solito da un minimo di 30 minuti ad un massimo di un’ora.

:: BENDAGGIO FUNZIONALE
Il bendaggio funzionale è un tipo di fasciatura dinamica, che fornisce cioè un’immobilizzazione parziale: non impedisce il fisiologico movimento di un’articolazione, ma arresta qualsiasi forza che possa causare un danno alla struttura che vogliamo proteggere.
Si propone come evoluzione tra le fasciature puramente contenitive e quelle rigide, rispetto alle quali presenta il vantaggio di non causare ipotrofie muscolari e di conservare il coordinamento tra il segmento sano e quello leso.
Il bendaggio funzionale costituisce un supporto esterno all’articolazione, proteggendola e rinforzandola, mediante l’utilizzo di bende adesive di vario tipo, elastiche e non.
Questa tecnica può essere impiegata in fase acuta (immediatamente dopo un trauma), o a distanza di tempo qualora l’articolazione risulti deficitaria.
Può costituire un valido supporto anche in un arto normale quando questo viene sottoposto come nell’attività sportiva, a sforzi eccessivi e quindi potenzialmente lesivi.
Il bendaggio funzionale ha perciò:
– azione meccanica di contenzione
– azione esterocettiva ( la benda perfettamente aderente alla cute trasmette il movimento a tutte le strutture sottostanti stimolando i recettori del movimento ed allertando gli stabilizzatori dinamici muscolari che vengono così allenati ad intervenire prontamente in difesa delle strutture capsule – legamentose)
– azione psicologica (sicurezza)
Indicazioni all’uso del bendaggio funzionale:
– patologia capsulo-legamentosa
– patologia muscolare
– patologia tendinea ed inserzionale

:: KINESIOTAPING
Il kinesio taping e’ un bendaggio adesivo elastico con effetto terapeutico bio-meccanico. Nata in Giappone dal Dr. Kenzo Kase medico chiropratico, questa tecnica si è via via diffusa in tutto il mondo. Si fonda sul processo di guarigione naturale del proprio corpo, attraverso l’attivazione dei sistemi circolatori e neurologici. Ai muscoli, infatti, non viene attribuito solamente il compito di muovere il corpo, ma anche di regolare la circolazione dei fluidi venosi e linfatici, la temperatura corporea, etc.
La tecnica ha quattro principali effetti fisiologici:
1. Corregge la funzione muscolare. Kinesio Taping è efficace nel ripristinare la giusta tensione muscolare: facilita o inibisce la contrazione muscolare (dipende dalla tecnica utilizzata)
2. Aumenta la circolazione del sangue / linfa. L’applicazione del Kinesio Taping crea un sollevamento della plica cutanea, aumentando lo spazio interstiziale, favorendo il drenaggio linfatico.
3. Riduce il dolore. L’attenuazione neurologica del dolore avviene per riduzione della pressione e dell’irritazione sui recettori cutanei, grazie ad un riequilibrio della attività linfatica.
4. Assiste nella correzione di allineamento dell’articolazione. La dislocazione di un’articolazione, dovuta alla tensione muscolare anormale, può essere corretta dal Kinesio Taping tramite il recupero della funzione e della fascia muscolare.

Appena il corpo si muove, il tape funzionerà come una pompa, stimolando continuamente la circolazione linfatica nella funzione di drenaggio, ottenendo anche una attenuazione dell’irritazione sui recettori del dolore della pelle. Le applicazioni possono aiutare a ridurre l’infiammazione, il dolore, la fatica e il dolore muscolare, aumentare il ROM, correggere la postura, ridurre la possibilità di infortuni.
KINESIO TAPING ha avuto negli anni un continuo aggiornamento basato sull’esperienza clinica e sulla ricerca. Viene usato in molteplici aree della fisioterapia e della riabilitazione come supporto ad altre tecniche migliorandone effetti e risultati.

Indicazioni. Trattamento di danni muscolari da sport, trattamento dell’edema e gestione del dolore, infiammazioni e
rigidità articolari, affaticamento muscolare, supporto della correzione dell’atteggiamento posturale attraverso la facilitazione o l’inibizione della contrazione muscolare di specifici gruppi muscolari, postumi di traumi.

:: TERAPIA MANUALE
La terapia manuale è un sistema internazionalmente riconosciuto di prevenzione, valutazione e trattamento di disturbi che interessano l’apparato muscolo-scheletrico attraverso l’uso delle mani; in questo ambito rientrano l’osteopatia, la terapia miofasciale, la tape therapy etc. Rappresenta uno strumento indispensabile per il terapista a cui permette una valutazione funzionale globale del soggetto che mette in correlazione la disfunzione del sistema locomotore e i sintomi del paziente.

:: RIEDUCAZIONE DEI DISTURBI DEL MOVIMENTO

:: PODOLOGIA
La podologia è una branca della medicina che si occupa delle patologie e dei disturbi dei piedi. La podologia si occupa di:
– trattamento delle unghie incarnite,
– rieducazione ungueale,
– ricostruzione totale o parziale delle unghie,
– trattamento delle verruche e delle micosi ungueali,
– trattamento di calli e di ipercheratosi plantari,
– prevenzione e cura del piede diabetico, doloroso e artrosico,
– prevenzione e cura del piede piatto infantile,
– ortesi
Il podologo dello sport
L’intervento del podologo è utile anche in campo sportivo, infatti, un’intensa attività sportiva incide sullo stato di salute di articolazioni, ossa, muscoli e derma con effetti che incidono molto di più, ovviamente, rispetto a quelli che possono essere provocati su questi apparati da una vita sedentaria. Inoltre il podologo dello sport segue lo sportivo durante tutta la sua attività, sia in fase di preparazione alla competizione, sia durante se si rendono necessari interventi urgenti, sia dopo, per curare eventuali disturbi che si sono manifestati durante la gara.
Dalla salute dei piedi dipende,poi, la postura: un appoggio non idoneo provoca, con il passare del tempo disequilibri e patologie dolorose a carico della schiena, delle gambe e di tutto il corpo. Se lo squilibrio è dovuto a un problema podalico, si può intervenire con ortesi e con una rieducazione al corretto movimento del piede.
Tra le cause che possono portare alla formazione di calli sui piedi, le più comuni sono un appoggio scorretto del piede e l’uso di calzature non idonee (troppo strette, troppo alte o troppo basse). Alcune ipercheratosi sono contraddistinte dalla presenza di un fittone, al centro del callo stesso, che si insinua nel derma, preme sui centri nervosi e provoca dolore. Questo farà sì che il soggetto, nel tentativo di evitare il dolore, appoggerà il piede in modo diverso e quindi scorretto, con conseguenze posturali. L’unghia incarnita è una malattia che colpisce l’alluce e in genere è molto dolorosa. In realtà non è un problema che riguarda l’unghia, ma la pelle: un taglio errato dell’unghia o l’uso di scarpe troppo strette fanno infiammare la pelle che circonda l’unghia, che a volte arriva anche ad infettarsi. La pelle cresce in modo anormale sopra l’unghia, provocando dolore, gonfiore e a volte anche pus. Nei casi peggiori, colpevolmente trascurati o affrontati in modo inadatto, si rende necessario un intervento chirurgico.

:: ANALISI POSTURALE
“ Come fa un uomo a mantenere una postura diritta o inclinata contro il vento che soffia verso di lui ? E’ evidente che possiede un senso attraverso il quale conosce l’inclinazione del suo corpo e che possiede la capacità di riaggiustare e correggere tutti gli scarti in rapporto alla verticale” affermava Charles Bell nel 1837.
La postura è la risposta sintetica che propone il cervello all’organismo dopo aver elaborato tutti gli stimoli che provengono dall’esterno e dal suo interno.
Il termine POSTURA deriva dal latino “positura” che significa POSIZIONE, termine che a sua volta deriva da PONERE. La POSTURA è l’adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale: è il modo con cui reagiamo alla forza di gravità e comunichiamo. La posturologia si trova, così ad essere una scienza multidisciplinare che abbraccia numerose branche della medicina e della tecnica.
La postura è influenzata da diversi fattori che varie parti del nostro organismo percepiscono e trasmettono al sistema nervoso, che a sua volta elabora una serie di risposte.
Ecco il sistema posturale: un insieme molto complesso costituito da diverse strutture del sistema nervoso centrale e periferico, fra le quali:
– L’occhio
– Il piede
– L’orecchio interno
– I muscoli
– Le articolazioni
– L’apparato stomatognatico
– Il sistema cutaneo
Disfunzioni ed alterazioni di uno o più di questi sistemi possono causare dimorfismi posturali i quali possono influenzare il benessere psicofisico dell’individuo. Da ciò l’importanza anche in questo ambito della prevenzione e quindi di una analisi posturale da effettuarsi soprattutto nei giovani e sportivi per escludere o affrontare situazioni che possano in seguito determinare squilibri e patologie a questi connesse. L’analisi posturale cerca di stabilire se esiste un problema discendente o ascendente, ed in quale percentuale esso è maggiore e potrebbe influire sulla postura non corretta dell’individuo che riferisce sintomatologia dolorosa muscolo-tendinea non spiegabile o non guaribile, oppure che riferisce vertigini, cefalea o altri sintomi non ben identificabili con le comuni metodiche strumentali. È evidente, quindi, che l’approccio multidisciplinare rappresenta la chiave di volta per la risoluzione del problema , avvalendosi della competenza di più professionalità, quali l’odontoiatra, il tecnico protesista, lo gnatologo,il fisioterapista, l’osteopata, il chiropratico… L’Analisi posturale comporta quindi una valutazione diagnostica rispetto al problema specifico e un indirizzo ai provvedimenti terapeutici (odontoiatrici, protesici, fisioterapici) l’efficacia dei quali dovrà poi essere monitorata nel tempo per verificare la scomparsa della sintomatologia e la stabilizzazione del riequilibrio, semmai anche con interventi di modifica e/o integrazione del piano riabilitativo.
L’analisi posturale in questo Istituto, vista anche la complessità della diagnosi, si avvale di strumenti all’avanguardia , utilizzati in associazione tra loro: esame spinometrico Formetric 4D, pedana stabilometrica, tappeto baropodometrico per l’analisi statica e dinamica, livelle, goniometri e test di chinesiologia applicata con valutazione delle eterometrie vere o false.
Una seduta di analisi posturale richiede circa 90 minuti, con l’apporto di un medico e di un fisioterapista.

:: RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE
La riabilitazione posturale globale (R.P.G.) è nata nel 1981 dal fisioterapista francese Philippe Souchard e si propone come metodo geniale e profondamente rivoluzionario in opposizione alla teoria della ginnastica medica tradizionale, ponendosi non solo come una tecnica ma anche come un nuovo approccio metodologico a quei problemi del corpo di competenza della Cinesiterapia (Es.: lombosciatalgie, cervicalgie, scoliosi, periartriti, ginocchio valgo-varo, artrosi …).
Con questo metodo viene posta attenzione non al singolo muscolo, ma alla catena muscolare, cioè all’insieme di muscoli embricati fra loro, come le tegole di un tetto, e il movimento di un solo elemento accorcia l’intera catena. Venne individuata l’esistenza di quattro catene ed è alla loro tensione permanente che dobbiamo attribuire i dismorfismi, il dolore e i malesseri che il nostro corpo subisce durante la vita.
Per questo il metodo si basa sull’allungamento e l’ammorbidimento di queste catene.
La liberazione dalla rigidità consente al corpo di ritrovare una forma più armonica, condizione necessaria per il miglioramento della funzione e delle capacità motorie.
Durante la seduta, l’occhio del posturologo è sul corpo del paziente per osservare che cosa succede e correggere immediatamente i compensi via via che si creano durante l’esercizio. Il lavoro posturale non è rivolto solo a chi soffre già di qualche disturbo, ma anche a tutti coloro che, pur non manifestando alcun problema, desiderano conseguire e mantenere uno stato di benessere psico-fisico mediante una attività motoria che porti ad una maggior conoscenza del proprio corpo.

:: RIEQUILIBRIO POSTURALE CON PANCAFIT

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:: BACK E NECK SCHOOL
I metodi della Back e della Neck School puntano ad una rieducazione posturale generale pratica e teorica, cercando di dare informazioni al paziente su come funziona la colonna vertebrale, sulle patologie ad essa correlate e sulle loro cause. Questi metodi predispongono, in collaborazione con il paziente, una strategia rieducativa che porta il paziente ad assumere posizioni idonee e a muovere il corpo in modo da limitare i carichi a livello del rachide. Per ottenere tali obiettivi vengono utilizzati molti esercizi fisici in grado di migliorare le condizioni fisiche dell’apparato muscolare e articolare, oltre ad acquisire metodi di autocorrezione posturale. Questi metodi utilizzano azioni terapeutiche atte a valutare i fattori di rischio nell’ambiente di lavoro, con lo scopo di trasmettere le informazioni di igiene posturale ed ergonomica personalizzate utili a salvaguardare la salute della schiena.
INDICAZIONI
Il corso prevede lezioni di gruppo o individuali ed è rivolto sia a chi necessita di particolari attenzioni nell’attività motoria per limitazioni funzionali, sia a chi vuole migliorare le proprie capacità motorie.

:: MOBILIZZAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO SECONDO BUTLER
David S. Butler
La mobilizzazione del sistema nervoso periferico secondo Butler propone un approccio innovativo all’esame fisico e nuove tecniche riabilitative. Secondo tale metodica molti disturbi, ritenuti di origine muscolo scheletrica, spesso trarrebbero, in realtà, origine da una neurotensione anomala o ne sarebbero comunque significativamente influenzati. La tecnica di mobilizzazione del sistema nervoso periferico associa il ragionamento clinico ad una comprensione nuova del sistema nervoso, dove gli aspetti meccanici, chimici ed elettrici sono in relazione continua e l’attività alterata di uno di questi pregiudica in maniera determinante il normale funzionamento del sistema stesso.

:: RIEDUCAZIONE DEI DISORDINI TEMPORO-MANDIBOLARI
Alterazioni dello stato di salute dei muscoli masticatori della testa e del collo e delle articolazioni temporo-mandibolari possono dare origine a Disordini Temporo-Mandibolari (D.T.M.). Il dolore è uno dei sintomi principali, esso può essere localizzato alla fascia preauricolare o più esteso e irradiarsi dalla testa e al viso fino alla zona del collo e alla mandibola. Solo nei casi più gravi si associa a sindrome vertiginosa, cefalea e difficoltà nell’apertura della bocca. I segni ed i sintomi possono persistere per molto tempo ed essere invalidanti per la persona affetta.
Cause di insorgenza dei disordini temporo-mandibolari:
– Traumi diretti alla mandibola
– Artrite infiammatoria o degenerativa
– Stress muscolare da parafunzione occlusale ( serramento, bruxismo, mala occlusione )
– Traumi della sfera psicoemotiva

:: PIANO PELVICO
L’incontinenza urinaria è definita come la perdita involontaria di urina attraverso l’uretra, grave abbastanza da avere conseguenze sociali ed igieniche.
L’incontinenza urinaria può essere causata da una disfunzione vescicale (dovuta a instabilità, ridotta distensibilità, capacità inferiore alla norma o svuotamento incompleto) o da una disfunzione sfinterica (da sforzo, può essere causata da un’alterata posizione anatomica di un’unità sfinterica intatta o da una disfunzione intrinseca dello sfintere associata o meno ad un’anomalia anatomica).
La riabilitazione della muscolatura perineale consiste in un programma fisioterapico attivo e passivo finalizzato alla presa di coscienza della muscolatura perineale, al potenziamento delle fibre muscolari sfinteriche e della muscolatura del pavimento pelvico (in particolare dell’elevatore del retto).
L’uso degli esercizi che coinvolgono il pavimento pelvico non è nuovo ed è stato descritto inizialmente da Kegel.
Questi esercizi si basano sul fatto che la contrazione volontaria ripetuta di questi muscoli scheletrici migliora il loro tono a riposo e la loro contrazione riflessa durante gli aumenti della pressione intra addominale, come in caso di tosse o sotto sforzo.
La ginnastica del pavimento pelvico migliora il sostegno uretrale ed il meccanismo di chiusura, in particolare durante le manovre da sforzo, di conseguenza riduce la perdita di urina. Il trattamento di riabilitazione del piano perineale è di particolare importanza nella gestione di donne con incontinenza urinaria da sforzo di tipo pura.
Lo scopo della riabilitazione del piano perineale è:
1. correggere cattive abitudini acquisite dalle pazienti allo scopo di prevenire la perdita di urina;
2. stabilire una adeguata consapevolezza della funzione dei muscoli pubococcigei;
3. aumentare la contrattilità tonica e fasica dei muscoli pubococcigei.

:: RIABILITAZIONE PROCTOLOGICA
L’incapacità di trattenere le feci (Incontinenza fecale) è un disturbo fortemente invalidante per gli evidenti riflessi sulla vita psico-sociale dell’individuo che ne è affetto.
Si distinguono diversi tipi di incontinenza:
– Incontinenza anale da sforzo: la perdita di feci avviene durante attività che aumentano la pressione intra-addominale, quali ad esempio sforzi fisici, colpi di tosse o starnuti
– Incontinenza anale da urgenza: si verifica quando lo stimolo alla defecazione è urgente e lo sfintere anale esterno non riesce a contrastare la spinta propulsiva rettale se non per pochi secondi.
– Incontinenza anale totale: gli sfinteri anali (interno ed esterno) risultano deficitari con perdita continua di feci.
Spesso una lesione muscolare sfinterica anale o un deficit di contrazione sfinterica da sofferenza dei nervi che regolano tale attività ne sono la causa.
La riabilitazione proctologica consiste nel rinforzo dei muscoli retto-anali e nella rieducazione propriocettiva degli stessi attraverso interventi di fisiochinesiterapia, elettrostimolazione e biofeedback.

:: TRATTAMENTO DEL SISTEMA FASCIALE
E’ una tecnica manuale non invasiva e non traumatica che mira alla liberazione dalle disfunzioni miofasciali favorendo il riapprendimento dello schema motorio perso nella singola articolazione così come nell’intero corpo e anche in aree apparentemente distanti da quella trattata ottenendo anche un sorprendente miglioramento della postura del corpo.
Quest terapia è indicata per il trattamento di sindromi comuni quali, disfunzioni miofasciali, fibromialgie, fasciti plantari, gomito del tennista, radicolopatie, sindrome del tunnel carpale e dolore vertebrale.

:: POMPAGE
I pompages sono manovre di terapia manuale, che consistono in trazioni lente, graduali e progressive delle strutture miofasciali e articolari, eseguite in 3 tempi (messa in tensione, tenuta e rilassamento), che possono essere globali, quindi interessare un intero segmento corporeo, oppure essere selettive ed agire su una sola struttura.
I pompages sono un valido supporto in quasi tutte le rieducazioni post-traumatiche che abbiano comportato un’immobilizzazione prolungata, in associazione alla kinesiterapia classica per la loro azione sulle diverse componenti muscolo-scheletriche.

:: TRATTAMENTO DELLE VERTIGINI E DEL DISEQUILIBRIO
Il senso dell’equilibrio è di fondamentale importanza per ogni individuo, perché consente di mantenere la stazione eretta, di camminare, e di gestire la posizione del corpo nello spazio. Anche se ci sembrano normali, queste attività, richiedono una coordinazione straordinaria e continua da parte del cervello il quale deve percepire il più piccolo stimolo esterno, confrontarlo con ciò che recepisce dal nostro corpo, e programmare finissimi movimenti muscolari armonici.
Stress prolungati, disturbi del metabolismo eventi e traumi nocivi, sono sufficienti a sconvolgere questo sistema delicatissimo. In questo caso il cervello ci avverte del pericolo con la vertigine. La vertigine é una sensazione solitamente intensa e ad insorgenza improvvisa di rotazione della e/o nella testa e/o del corpo con illusione di un falso movimento di sé (vertigine soggettiva) o dell’ambiente (vertigine oggettiva). Può essere associata a nausea e vomito.
Il disequilibrio è invece una sensazione di instabilità, di insicurezza, di insufficiente controllo della stazione eretta e /o del cammino, non è mai violento e delimitato nel tempo come la vertigine, è, infatti, di solito, poco intenso ma sub-continuo. La diagnosi è fondamentale perché è la base di un corretto e completo programma di cura. Il trattamento delle vertigini e del disequilibrio si basa sull’ assuefazione, cioè sulla ripetizione di esercizi che provocano vertigine, agisce riorganizzando gli elementi del sistema dell’ equilibrio in modo che il Sistema Nervoso Centrale si adatti. Questo tipo di approccio si rivela efficace quando il problema è causato dal malfunzionamento di un elemento periferico del Sistema Vestibolare, ma l’organizzazione centrale è ancora efficiente.
Quando il danno è rappresentato da una inadeguata capacità del sistema vestibolare di organizzare correttamente le componenti sensoriali e motorie, questo metodo non può essere risolutivo. In questo caso le tecniche di Riprogrammazione Senso-Motoria, in generale, e della Medicina Manuale, più in particolare, possono invece realizzare una Riabilitazione Vestibolare basata sulla ristrutturazione.

:: RIABILITAZIONE PRE E POST INTERVENTO
Nell’ambito della chirurgia ortopedica il buon esito di un intervento è fortemente influenzato sia dalla preparazione che dalla riabilitazione successiva all’intervento. Grazie ad un protocollo riabilitativo pre e post chirurgico, intensivo, individuale, personalizzato è possibile, presso il Centro San Fedele, favorire il raggiungimento degli obiettivi prefissati in termini di funzionalità motoria, ridurre i tempi di recupero di un sufficiente grado di autonomia e migliorare la qualità della vita già durante il decorso post operatorio.